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La chiropratica riduce di quasi il 50% le prescrizioni di oppioidi negli USA

La chiropratica riduce di quasi il 50% le prescrizioni di oppioidi negli USA

04/Dic/2021

La chiropratica riduce di quasi il 50% l’uso degli oppiacei per il dolore negli Stati Uniti: lo afferma uno studio pubblicato su Medscape Medical News. E negli USA ogni anno 22 milioni di pazienti si curano dal chiropratico, «mentre l’Italia è ancora alle prese con la regolamentazione professionale che tarda ad arrivare» afferma l’associazione italiana dei chiropratici.

La rivista scientifica Medscape Medical News ha pubblicato una ricerca condotta dalla Yale School of Medicine rivelando che “i pazienti che si sono rivolti ad un chiropratico per dolore muscoloscheletrico hanno il 49% in meno di probabilità di ricevere una prescrizione di oppiacei rispetto a coloro che si sono rivolti ad altri operatori sanitari”.

Un argomento particolarmente attuale, visto l’elevato numero di morti legato all’abuso di farmaci. Una situazione gravissima, come riportato anche nel report del National Safety Council statunitense, relativo al rischio di morte per la popolazione americana. Dal documento emerge infatti come non solo il rischio di morire per overdose accidentale da oppioidi svetti al quinto posto nella classifica delle morti prevenibili (guidata da malattie cardiovascolari, tumori e malattie respiratorie croniche), ma ha superato per la prima volta quello di rimanere vittima di un incidente automobilistico: 1 su 96 contro 1 su 103 (dati riferiti al 2017). Una crisi che, si legge in una nota diffusa dallo stesso Nsc, sta peggiorando sempre più soprattutto per l’uso illegale di farmaci.

Il caso USA

Negli Stati Uniti si sta affermando la disciplina chiropratica per contrastare il dolore muscolo-scheletrico evitando l’utilizzo di prodotti medici a base di oppio. Secondo l’autore della ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Medscape Medical News, Kelsey L. Corcoran, (ricercatore del Connecticut Health Care System and Yale Center for Medical Informatics, Yale School of Medicine, New Haven): “Prevenire la dipendenza da oppioidi e l’overdose continua ad essere una priorità significativa per la salute pubblica negli USA; e come parte di una strategia per ridurre l’uso di oppiacei, le linee guida cliniche ora raccomandano molte opzioni non farmacologiche da valutare come trattamento iniziale prima di qualsiasi farmaco”.

Tra questi, “i chiropratici forniscono molti dei trattamenti inclusi nelle linee guida cliniche per il trattamento iniziale della lombalgia, del dolore al collo e dell’osteoartrosi dell’anca, del ginocchio e della mano”.

Ufficializzazione dei dati

I risultati delle azioni per la riduzione del rischio di overdose da farmaci oppioidi sono stati presentati al Convegno Annuale dell’American Academy of Pain Medicine (AAPM) 2019. Dopo aver esaminato la letteratura disponibile sull’uso chiropratico e la prescrizione di oppioidi, i ricercatori hanno selezionato sei studi con un totale di 62.000 pazienti da includere nell’analisi. La ricerca è stata anche sostenuta dal Dipartimento per i veterani – Department of Veterans Affairs, Health Services Research and Development, e dalla Fondazione NCMIC.

A gennaio scorso, l’amministrazione Trump ha iniziato a diffondere una nuova politica per incoraggiare i piani assicurativi privati “Medicare Advantage”, che coprono circa un terzo degli anziani americani nel programma federale di salute. Lo scorso autunno, inoltre il Congresso USA ha approvato una legislazione sugli oppioidi che indirizza il Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani a rivedere le sue politiche di rimborsi in modo che i medici siano incoraggiati a non prescrivere oppioidi rispetto a opzioni più conservative.

Si stima, infatti, che 25 milioni di americani vivano con dolore cronico. In questo contesto, riporta l’Associazione dei chiropratici della North Carolina, negli USA, ogni anno circa 22 milioni di pazienti si affidano ai Chiropratici per alleviare i dolori dell’apparato muscolo scheletrico e il loro numero è in costante crescita, perché questa disciplina abbassa notevolmente il ricorso ai farmaci nocivi.

E’ di questi giorni la notizia che i produttori di oppioidi e altri farmaci similari, sono stati citati in giudizio da diversi Stati negli USA, generando migliaia di azioni legali che stanno portando gli produttori di oppioidi al fallimento sotto il peso dei casi giudiziari. Lo scorso anno la Associated Press ha riferito di “un gruppo di produttori di farmaci e organizzazioni no profit sostenute dall’industria” che “ha intrapreso una strategia a livello nazionale, che include centinaia di lobbisti e milioni di contributi elettorali, al fine di stroncare o indebolire le misure adottate per arginare la marea di prescrizioni di oppioidi“.

La situazione della chiropratica in Italia continua a essere un caso internazionale

Se nel mondo la chiropratica sta vivendo un periodo di vivo interesse come arma fondamentale nella riduzione dei farmaci per la gestione del dolore, in Italia, anche se aumentano i pazienti, la situazione normativa penalizza la professione.

John Williams, in veste di Presidente dell’unica associazione dei Chiropratici italiana riconosciuta dalla comunità internazionale, ha relazionato sullo stato di avanzamento dell’iter legislativo ai colleghi europei, durante il Congresso Mondiale “Epic 2019” di Berlino organizzato dalla World Federation of Chiropractic e dalla European Chiropractors Union.

Il caso legislativo italiano sul tema della chiropratica è stato più volte portato ad esempio negativo dalle organizzazioni sanitarie mondiali dei chiropratici. Ad oggi, infatti, non esistono scorciatoie o alternative; il titolo di chiropratico si ottiene esclusivamente nelle università. Ma soltanto all’estero. L’Italia continua dunque ad essere l’unico Paese a non aver definito il percorso di studi del chiropratico secondo i principi stabiliti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I chiropratici non potranno mai accettare un percorso formativo che preveda una laurea inferiore a quella richiesta dagli standard internazionali. “Il rischio di creare un mostro giuridico che non avrebbe uguali nel mondo, purtroppo è ancora alto, – continua John Williams – e temiamo che siano in atto dei tentativi di relegare il futuro della nostra professione all’ambito tecnico, facendo perdere alla chiropratica la propria identità e al Paese i vantaggi del rapporto costi/efficacia”.

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